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dimanche, mars 02, 2003

 
Sempre dalla newsletter C@C@O

Perche' e' cosi' difficile capire che non vogliamo nessuna guerra?
di Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

Francesco Merlo, giornalista del Corriere della Sera, ha attaccato violentemente Gino Strada accusandolo di essere una "scoria del pacifismo", una "serpe", un "lupo", una "volpe2.
Secondo il signor Merlo, Gino Strada e' un infingardo che non prende parte e standosene fintamente neutrale alla fine sostiene il terrorismo.
Il signor Merlo per illustrare il pensiero di Strada traccia azzardati parallelismi. "Ne' con gli Usa ne' con Saddam" diventa un pensiero tale quale a "Ne' con lo Stato ne' con le Br", "Ne' con la Resistenza ne' col fascismo", "Ne' con Hitler ne' con gli ebrei".
Alla fine sembra che Strada, per il solo fatto di essere contro la guerra sia un po' anche nazista perche' non si impegna a favore del bene nella crociata contro il male. Ora appare principalmente curioso che una tal critica sia mossa da un giornalista che se ne sta comodamente in poltrona a un medico chirurgo che da anni opera massacrati e moribondi a ridosso delle prime linee in paesi dilaniati dalla guerra e dalla disperazione.
Ma e' da notare anche un altro elemento curioso, quanto misterioso, che impedisce ormai di dichiararsi contro la guerra senza essere tacciati di fiancheggiare il terrore.
Ancora non sono arrivati a dire che anche il Papa e' un violento fondamentalista islamico ma ce l'hanno sulla punta della lingua.
Questa non volonta' di capire le differenze e' cosi' diffusa e ostinata che ci fa sospettare non una semplice malafede politica ma una vera e propria lesione culturale.
Queste persone sembrano aver assorbito talmente in profondita' l'ideologia dei film western da non poter immaginare che vi sia un modo di affrontare il conflitto con Saddam senza distruggere l'Iraq e massacrare migliaia di persone.
Non riescono a immaginare che si possa valutare eccessivo il costo umano di una guerra realizzata per uccidere un solo uomo.
Non si rendono conto che il loro modo di ragionare ci sembra un po' schizofrenico.
Quando nella guerra che Saddam aveva provocato con l'Iran egli si trovo' in grave difficolta' gli Usa lo riempirono di armi.
E quando, al termine della guerra del Kuwait, il popolo iracheno insorse, dopo la sconfitta delle armate di Saddam, Bush padre accordo' a questo dittatore sanguinario il permesso di usare l'artiglieria e di far volare gli elicotteri per bombardare i ribelli. Cosi' Saddam, pur sconfitto dagli Usa e in loro totale potere, pote' massacrare alcune decine di migliaia di persone che si erano ribellate perche' volevano la democrazia e avevano creduto alla protezione promessa dagli Usa.
E dopo questo atto criminale Bush padre stabilisce l'embargo economico, poi mantenuto da Clinton, che ha provocato fino ad oggi 500 mila morti solo tra i bambini iracheni. E ora Bush figlio ci dice che non c'e' altra soluzione che far fuori il rais e che per portare a termine l'operazione val la pena di compiere un altro massacro.
E questa sarebbe una politica coerente di difesa della legalita' internazionale?
Ma non c'e' da stupirsi, da sempre i potenti si ammantano di buone ragioni e scopi umanitari quando la guerra diventa economicamente conveniente.
Invece non era mai successo che 120 milioni di persone, in tutto il mondo, marciassero per la pace. E' stata la piu' grande manifestazione della storia del mondo.
Molti hanno detto che e' nato il popolo della pace e che ha imparato a farsi sentire. E tutto si e' svolto senza incidenti in modo assolutamente pacifico e ordinato.
Questo nuovo pacifismo ha dimostrato di essere molto forte e di avere un grande peso politico. Subito Bush e soprattutto Blair hanno iniziato ad ammorbidire le loro posizioni e la pace inizia ad avere una possibilita'. Una sola, non e' molto, ma prima del 15 febbraio non aveva neanche quella.
La grande novita' di questo pacifismo, la ragione della sua forza, e' che crede alla pace come strumento di cambiamento. Crede che se i popoli del mondo si coalizzano in modo non violento possono anche far crollare un dittatore. Crede che si possano inventare sistemi di pressione mai sperimentati e basati sull'azione non violenta.
Negli anni settanta si marciava per la pace in Vietnam ma si era spesso favorevoli alla guerriglia e ad altre forme di lotta violenta.
Oggi il movimento non crede piu' all'efficacia della violenza, e' alla ricerca di nuove forme lotta, basate sulla cooperazione e il controllo internazionali.
Il che non vuol dire abdicare alla necessita' di battere i dittatori ma cercare di ottenere questo risultato attraverso lo sviluppo economico, il boicottaggio (mirato) degli interessi economici, la mediazione politica, la crescita culturale, la solidarieta' e l'appoggio alle realta' che lavorano per il riscatto umano delle popolazioni.
I dittatori, il terrorismo, la violenza hanno bisogno di un terreno fertile per svilupparsi. Se si vuole veramente sconfiggerli bisogna demolire il contesto che li ha generati.
Se un dittatore viene abbattuto senza che si creino condizioni culturali e economiche diverse da quelle che lo hanno prodotto si ottiene ben poco e il vecchio dittatore viene sostituito da uno nuovo o da una serie di signori della guerra legati alle mafie internazionali e ai mercanti di droga, come sta accadendo in Afghanistan.
Quando le condizioni culturali e economiche maturano si ottiene invece il crollo dei regimi senza spargimento di sangue. Sembra incredibile ma e' cosi'. E il crollo incruento dell'impero sovietico ci ha mostrato che nella societa' moderna esiste un'alternativa ai fucili mitragliatori.
Si e' gia' realizzata una guerra contro l'Afghanistan per colpire Bin Laden e non lo si e' acciuffato. Un'altra guerra si sta preparando per colpire un altro criminale che forse riuscira' a fuggire.
A ridosso dell'11 settembre molti stimati economisti spiegarono che se si voleva veramente colpire il terrorismo internazionale bisognava impedire che venisse finanziato in modo occulto. La soluzione sembro' allora semplice e chiara: abolire il segreto bancario e i paradisi fiscali.
Hanno finto di fare qualche cosa, hanno dato una limatina qua e la', si sono rese un po' piu' complicate le procedure ma di abolire veramente la possibilita' di muovere denaro segretamente, non se ne parla. Per battere il terrorismo sono disposti a ammazzare civili a migliaia ma se ne guardano bene di colpire gli interessi delle multinazionali che usano il segreto bancario per evadere le tasse e creare fondi neri.
E poi sparare con i cannoni e bombardare da' impulso al prodotto interno lordo.
I bambini morti sono solo uno spiacevole esubero statistico.

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

 
Dalla newsletter C@C@O di Dario Fo e Franca Rame: 02 marzo 2003

Vorrei guardare il mondo a testa in giu'di Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

In questo momento tragico, l'ennesimo di una serie di momenti che ci portano dall'inizio di tutte le guerre a oggi, rivendichiamo il diritto di sognare.
Solo sognare, intendiamoci, perche' e' chiaro che ancora non e' il momento perche' certe cose accadano. Eppure non puo' sfuggire il fatto, inconfutabile, che da qualche parte e' acquattata la probabilita' improbabile ma pur sempre possibile:

Sono le ore 13 di lunedi' 3 marzo 2003. Il telegiornale, in coda, annuncia che Cofferati ha lanciato, in una conferenza stampa, una campagna per la pace di tipo completamente nuovo. Ha detto: "Bloccare i treni delle armi e' sacrosanto ma non sara' sufficiente a fermare la guerra. E noi, che veniamo dalle grandi fabbriche amiamo avere dei risultati concreti. Abbiamo fatto due conti e abbiamo appurato che la guerra fruttera' miliardi di dollari agli Stati Uniti. Prima dovranno distruggere e poi dovranno ricostruire. E intanto si prenderanno tutto il petrolio. Se vogliamo fermare la guerra abbiamo un solo sistema: trasformarla in un cattivo affare. Poi ha preso un lattina di Coca Cola e ha detto: "Guardatela bene perche' questa e' l'ultima Coca Cola che io apriro' fino a che gli Stati Uniti continueranno la loro politica di guerra!" Poi ha rovesciato tutta la bevanda gasata per terra. I giornalisti deglutivano.
Martedi' 4 migliaia di associazioni e singoli individui mandano in tilt il sito della Cgil aderendo alla campagna "Non compriamo la guerra".
Mercoledi' 200 sindaci dell'Ulivo si ritrovano a Bari e approvano un piano di risparmio energetico che ha l'obiettivo di tagliare del 30% i consumi di energia entro 3 mesi. Parte cosi' la campagna "Pannelli solari per la pace: la guerra la si fa per il petrolio, tagliamo i consumi.".
La Coop in serata comunica che rendera' disponibili sui propri scaffali 20 nuovi prodotti in grado di diminuire i consumi di energia, acqua e combustibile con un risparmio annuo per le famiglie che li adotteranno di 500 euro e un costo complessivo di 400 euro. L'adozione del pacchetto ecologico si ripaga cioe' in meno di 12 mesi e poi garantisce un risparmio per parecchi anni. Inoltre le Coop adottano per tutti i loro mezzi il biodiesel come carburante. Infine la Coop lancia sul mercato la Coop Cola, 100% biologica, prodotta dalle cooperative sociali siciliane che hanno preso in gestione i beni della mafia.
17.000 tra cooperative e imprese seguono l'esempio dei comuni e delle Coop e si ripromettono di tagliare i consumi del 30%.
Giovedi' 6 marzo le associazioni dei girotondi lanciano una campagna per la telefonia etica che offre un risparmio notevole agli abbonati e fa confluire mediamente 30 euro per contratto in un fondo destinato a finanziare una televisione indipendente che verra' trasmessa da una rete di 34 televisioni locali e via satellite. Vengono stipulati 12 mila contratti nelle prime 24 ore.
Sabato 8 marzo va in onda la prima trasmissione indipendente sponsorizzata dal sindacato giornalisti, da Banca Etica e da un trust di distributori di merendine biologiche e biancheria intima senza polifosfati. Vengono organizzati punti di visione collettiva in bar, bocciofile, stazioni ferroviarie, fabbriche occupate per l'occasione e cinema.
La trasmissione, durante la quale Sabrina Ferilli si presenta totalmente vestita di capi made in Usa e li fa a pezzi restando, finalmente, completamente nuda, e' seguita da 8 milioni di italiani.
Vengono aperti in una sola notte 20.000 conti bancari etici e acquistate 1500 tonnellate di derrate alimentari di qualita' superiore e 80.000 slip di cotone mistico.
Vengono sottoscritti 118.000 contratti telefonici e si garantiscono cosi' le trasmissioni dei primi 8 mesi di una televisione povera, aperta a tutti gli esperimenti e realizzata da un incredibile gruppo di artisti e intellettuali esclusi da tutte le tv. Nel giro di pochi giorni nascono centinaia di redazioni locali, gruppi di video amatori sperimentali e si inizia a produrre una fiction che si intitola: "Bush e' un alieno ma e' sexy" il cui contenuto resta misterioso.
12 marzo: in tutto il mondo i quotidiani raccontano in prima pagina il caso Italia, primo paese al mondo dove una televisione autofinanziata dai telespettatori batte in ascolti tutti i telegiornali. Gli analisti finanziari registrano un vero e proprio crollo dei consumi dei prodotti Usa e inglesi.
In Francia, Germania, Olanda e in molti altri paesi le parole d'ordine italiane vengono rilanciate e nascono ovunque comitati di consumatori etici e gruppi d'acquisto per la pace.
16 marzo Bush annuncia l'attacco all'Irak per il 24 marzo.
Le principali banche del mondo ricevono una lettera firmata da 50 milioni di risparmiatori che chiedono di ritirare tutti i loro soldi da fondi di investimento e fondi pensionistici che investono in aziende Usa e inglesi.
Lunedi' 24 marzo, alle ore 7 del mattino la Casa Bianca annuncia che l'attacco all'Irak e' rimandato e che si aspetteranno nuove ispezioni e il mandato dell'Onu.

Adoriamo sognare. E a furia di sognare, a volte, i sogni si avverano.

Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo

"Su cio' di cui non si puo' parlare, non si deve tacere... ma si deve scrivere"

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