Ma quanto e' malvagio Saddam Hussein? di Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo
La guerra si fa sempre piu' vicina e apparentemente inarrestabile.
Stati Uniti e Impero Britannico continuano a ripetere che Saddam e' troppo malvagio e pericoloso per essere lasciato al suo posto.
L'infuriare del dibattito sulla guerra ha pero' oscurato l'esatta valutazione delle colpe di Saddam Hussein. Incredibilmente sono usciti pochissimi articoli dedicati alla ricostruzione della storia criminale di questo dittatore.
E puo' apparire molto strano che cio' accada. Ma come? I potenti devono dimostrare che Saddam e' l'incarnazione del male eppure i media accennano solo vagamente al non rispetto dei diritti umani, alle violenze, alle barbarie, ai crimini contro l'umanita', compiuti da questo serial killer?
Strano perche' generalmente la societa' dello spettacolo non e' avara di informazioni quando si tratta di demolire un nemico pubblico numero uno.
Ma con Saddam Hussein questa regola non vale.
Ci siamo chiesti a lungo come mai ci sia questa incomprensibile lacuna e alla fine siamo riusciti a decifrare il mistero.
Per una serie di casualita' fortunate siamo entrati in possesso della registrazione del dialogo tra un giornalista e il direttore di una rete televisiva (che per ovvie ragioni di riservatezza non possiamo nominare), un dialogo che riguarda proprio la trasmissione di un documentario sui crimini di Saddam Hussein. Eccolo:
DIRETTORE: "Allora e' pronta la scaletta di questo servizio?"
GIORNALISTA: Si certo. Partiamo con un pezzo sulla tortura in Irak. Scosse elettriche, frustate, stupri. La particolarita' dell'uso della tortura in Irak e' la vastita'. Migliaia di persone vengono torturate non per conoscere da loro informazioni ma solo per ottenere uno stato di terrore diffuso. Si tratta di una tortura preventiva praticata a livello industriale. Una manifestazione della forza del potere.
DIRETTORE: "Bene, ottimo, e poi?"
GIORNALISTA: Poi parlerei della corruzione del potere, della soppressione delle liberta' elementari, di intrusione insopportabile nella vita economica. Solo chi e' amico di Saddam Hussein puo' fare affari in Iraq. Anche a livello internazionale l'economia irachena e' basata sulle amicizie del dittatore. Non a caso la Francia e' contraria alla guerra. Sono i principali alleati economici dell'Irak. Se gli Usa vincono la guerra sono fuori dal gioco."
DIRETTORE: "Bene ma sorvoliamo sul fatto che se gli Usa vincessero la guerra si troverebbero a controllare l'economia irachena...Non vorrei dar corda ai piagnistei pacifisti sul sangue versato per il petrolio."
GIORNALISTA: "Va bene. Poi affronterei il capitolo di Hussein criminale contro l'umanita'."
DIRETTORE: "Bello su cosa e' incentrato?"
GIORNALISTA: "Hussein e' l'unico dittatore vivente ad aver infranto le convenzioni di Ginevra utilizzando gas contro popolazioni civili e soldati.
Si tratto' di un vero e proprio massacro.
Hussein e' un pessimo stratega e nel 1980 attacco' l'Iran dei fondamentalisti islamici convinto di conquistarlo rapidamente. Invece si trovo' a mal partito e quando l'esercito iraniano varco' il confine entrando in Iraq lui uso' vari tipi di gas letali contro le truppe."
DIRETTORE: "Bello, ci metta anche un pezzo di repertorio che dimostri che fin da allora gli Stati Uniti denunciarono questo crimine tremendo.
GIORNALISTA: "Non e' possibile."
DIRETTORE: "E perche'?"
GIORNALISTA: "Gli americani in quel periodo appoggiavano Saddam con tutte le loro forze. C'e' chi mormora che furono addirittura loro a procurare armi all'esercito iracheno. Erano terrorizzati all'idea che l'Iran potesse vincere la guerra."
DIRETTORE: "Ma cosa mi dice...Parrebbe quasi che siano stati gli Stati Uniti a sostenere questo criminale...Non diciamo sciocchezze e saltiamo questo pezzo, e' troppo ambiguo..."
GIORNALISTA: "Va bene. Possiamo allora occuparci del genocidio del popolo curdo. Un vero martirio. Bombardamenti, uso di gas, massacri di interi villaggi, deportazioni e ancora una volta l'uso della tortura e dell'omicidio come sfoggio di potere. Si parla di centinaia di migliaia di morti in gran parte donne e bambini."
DIRETTORE: "Questo si. E qui abbiamo qualche presa di posizione degli Stati Uniti?"
GIORNALISTA: "No, perche' gli Usa erano preoccupati della presenza dei comunisti nel movimento di indipendenza curdo. Tra l'altro i curdi vivono in gran parte anche in Turchia che e' alleata degli Usa e che si e' adoperata con notevole ferocia per massacrare la parte dei curdi di sua competenza."
DIRETTORE: "Ma mi sta diventando comunista anche lei? Come si puo' dare in pasto ai telespettatori una storia cosi'...Potrebbero credere che noi si voglia delegittimare il presidente Bush...Lasciamo perdere."
GIORNALISTA: "Non sono comunista. Comunque va bene. Ci resta di parlare dello sterminio dell'opposizione politica interna. Saddam Hussein ha ucciso tutti quelli che non erano d'accordo con lui. E' arrivato ad ammazzare suoi intimi collaboratori, perfino i due mariti delle sue figlie. Un vero killer a tempo pieno."
DIRETTORE: "E adesso non mi dica che anche in questo caso non abbiamo una qualche protesta statunitense, un'interpellanza all'Onu, qualcosa."
GIORNALISTA: "Lei mi accusa di essere troppo di sinistra ma non e' cosi'. Gli Stati Uniti a quei tempi dovevano difendere l'Occidente dalla minaccia comunista. I piu' grandi massacri avvennero alla fine degli anni settanta. Non potevano attaccare Saddam mentre il suo potere era minacciato dal potente partito comunista iracheno. C'era una ragione di stato da difendere. Cosa avrebbero dovuto fare: regalare alla dittatura sovietica il medio oriente?
Si figuri che la forza dei comunisti era tale che Hussein dovette ammazzarne decine di migliaia prima di ridurli alla ragione."
DIRETTORE: "Si stiamo freschi. Adesso viene fuori che solo i comunisti si opponevano a questo criminale nazista. Ha trovato qualche cosa di piu' potabile?
GIORNALISTA:"Beh! potremmo raccontare del massacro di 500 mila bambini morti per mancanza di cibo e di cure negli ultimi dieci anni. Saddam ha continuato a spendere miliardi in armi e lussi sfrenati, facendosi costruire palazzi sotterranei e statue mentre il suo popolo moriva di stenti."
DIRETTORE: "No per carita', qui cadiamo nella questione dell'embargo, con i pacifisti che gridano che sono alla fin fine gli Usa gli ultimi responsabili di questo genocidio."
GIORNALISTA:"Allora ci resta solo il massacro dei ribelli: durante la guerra del 1991, ci furono decine di migliaia di morti, interi villaggi rasi al suolo...Ma anche di questo non possiamo parlare perche' fu Bush padre a autorizzare Saddam all'uso degli elicotteri per bombardare le popolazioni che erano insorte sperando che la vittoria usa determinasse un cambio di regime..."
DIRETTORE: "Va beh! ho capito, lei e' un pessimo giornalista politico. La trasferisco allo spettacolo. Mi faccia un servizio sugli amori della Gerini. Dieci minuti non di piu'".
Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo segnalato da una MenteLunatica alle 8:20 PM
Cosa ne pensi? Scrivi la tua...
Dalla newsletter di Emergency: un documento che gira in internet "Perchč si fa una guerrra"
Abbiamo ricevuto da molti mittenti diversi un documento in .ppt dal titolo "Perche' si fa una guerra" e abbiamo ricevuto anche molte mail che attribuivano quel documento a noi, dato che nell'ultima pagina si suggerisce di firmare il nostro appello.
Smentiamo qualsiasi "paternita'" di quel documento, ma per poter rispondere a chi ci ha scritto abbiamo fatto ricerche:
In prima pagina il documento faceva riferimento a una lezione tenuta al Politecnico di Milano. Abbiamo contattato il docente del corso, che ci ha inviato quanto segue:
"Tutto č nato da una risposta a una domanda al termine di una lezione del mio corso. Ho fatto alcune deduzioni quantitative (quelle che compaiono nelle prime diapositive) partendo da dati attinti dal libro di Lucia Annunziata sulla guerra del golfo, che riportavo a memoria. Riproduco qui il passo originale
"Dieci anni fa "Desert Storm" costň 60 miliardi di dollari … Naturalmente, il costo della guerra non č un vero problema … l'ottanta per
cento fu pagato dai paesi arabi che avevano chiesto l'intervento contro l'invasione. Ovviamente, in quel periodo il costo del petrolio passň da 15 $ a 40 $ a barile, perché le nazioni che pagavano ricuperassero le spese."
(Lucia Annunziata, NO, la seconda guerra irachena e i dubbi dell'occidente, Donzelli Editore, Roma, 2002, pag. 105.)
Uno studente ha creato a mia insaputa il file che sta circolando, indicando solo indirettamente che la redazione non č mia ("Tratto da …"), senza precisare che citavo a memoria (le cifre reali sono piů alte da quelle da me riportate), introducendo alcune imprecisioni (ad esempio che le "sette sorelle [sono], tutte americane, di cui 5 di proprietŕ statale") e notizie di cui non conosco l'attendibilitŕ (il riparto degli utili del petrolio tra governo e privati).
Ho rintracciato l'autore attraverso i suoi colleghi; ecco quanto mi ha scritto:
"""
Ho appreso dai miei compagni di corso che sono nati dei problemi attorno ad un file di powerpoint che ho creato qualche tempo fa. Toni allarmistici mi parlavano di "cose che non vanno fatte in questo modo..." eccetera.
Non capisco da dove saltino fuori tutte queste problematiche. Il file non č nient'altro che la risposta alle richieste di spiegare piů
chiaramente quello che, a parole, avevo provato a raccontare ai miei amici.
Ho appreso che sono nate controversie anche sulla questione della fonte. Nel documento, ho chiarito subito che quelle non erano le sue esatte parole; ho messo "tratto da...", e mi sembra chiaro come questo voglia dire che si tratti di una mia rielaborazione di quanto ho sentito, attraverso l'aggiunta di mie informazioni e mie considerazioni.
Non vedo neanche tutto questo alone di mistero attorno a chi fosse l'autore del file: quando l'ho spedito ai miei amici, non l'ho fatto in
modo segreto! Ho normalmente usato la mia e-mail, senza camuffare in alcun modo il mio nome. E dopotutto, non vedo perchč avrei dovuto farlo.
Sono comunque cosciente che il file, inevitabilmente, contiene degli errori, anche perchč l'ho composto "a memoria" dopo alcune settimane da quanto avevo sentito.
Sarei contento di poterlo sistemare, per diffondere il piů possibile notizie aderenti al vero.
Buona giornata,
Roberto R.
"""
In conclusione dati veri, ma un poco di "semplicitŕ" nel riportarli e soprattutto nessuna consapevolezza dell'enorme potenza diffusiva della rete: questo piccolo esempio mostra quale sia l'effetto di una crescita geometrica del numero dei messaggi.
Milano, 28 Febbraio 2003
Rodolfo Soncini Sessa
"
Da parte nostra aggiungiamo che la velocitŕ con cui il documento č circolato dimostra anche quanta voglia di informazione ci sia e - di
conseguenza - quanto sia fondamentale che l'informazione sia sempre corretta, cosa che noi di Emergency ci impegnamo a fare.
Sarebbe buona cosa - prima di inoltrare un documento, di qualsiasi natura sia - verificare prima alla fonte la sua veridicitŕ e non dare per scontato che qualsiasi cosa arriva nella nostra casella postale (sia che si tratti di un allarme virus che di un documento sulla guerra) sia veritiera e corretta.
Grazie a tutti.
Ketty segnalato da una MenteLunatica alle 8:15 PM
Cosa ne pensi? Scrivi la tua...
"Su cio' di cui non si puo' parlare, non si deve tacere... ma si deve scrivere"