Se guardiamo la guerra in Iraq nel suo complesso osserviamo che gli Usa hanno agito fulmineamente soprattutto per proteggere il petrolio e impedire a Saddam Hussein di incendiare i pozzi. Hanno lasciato indietro la conquista delle citta' del sud, limitandosi a bombardarle mentre schieravano i loro carri armati intorno ai giacimenti.
Entrando poi a Baghdad hanno lasciato che la citta' fosse saccheggiata da bande criminali, che gli ospedali fossero assaltati, che fossero incendiati i ministeri, che fossero depredati i musei, incendiata la piu' grande e antica biblioteca del Medio Oriente, dispersa la memoria storica di un popolo. Non si sono preoccupati di nulla. Hanno protetto un solo monumento: i palazzo del Ministero del Petrolio intorno al quale hanno schierato ben 56 carri armati...
L'Iraq e' ormai finito in coda ai telegiornali. Terminato il fuoco d'artificio mediatico delle bombe intelligenti si sta perdendo interesse per una situazione che (sembra) si stia rapidamente normalizzando.
Ben diversa il quadro descritto dai siti in lingua araba della resistenza irachena contro Saddam Hussein (persone che hanno conosciuto la galera e la tortura perche' lottavano per la democrazia).
L'Iraq sarebbe in una situazione spaventosa. Un caos di rapine, stupri, violenze di ogni genere, con una popolazione che vive nel terrore e alla quale manca tutto. Gli aiuti umanitari arrivano in quantita' risibile in confronto dell'enormita' delle esigenze piu' essenziali. Il fondamentalismo islamico, represso da Hussein nel sangue, si sta scatenando con manifestazioni di piazza sempre piu' imponenti.
L'Iraq rischia di diventare un rebus irrisolvibile... Se si votasse ora vincerebbero probabilmente i fondamentalisti... E come potrebbero gli Usa accettare un simile verdetto delle urne?
Quando i fondamentalisti vinsero le elezioni in Algeria, l'Occidente appoggio' un colpo di stato dei militari laici... E si ottenne cosi' l'inizio di un periodo di terrorismo portato avanti a suon di massacri di civili e contromassacri organizzati dall'esercito (sempre di civili).
Sostanzialmente gli Usa stanno portando avanti la loro guerra nel modo piu' provocatorio possibile.
Il non aver protetto la popolazione dai briganti non e' stata certo una mossa che ha guadagnato loro simpatie.
Ma non contenti di questo essi hanno creato un gruppo di 65 notabili iracheni a cui affidare la ricostruzione del paese. In mezzo ci sono anche persone oneste e di valore. Ma evidentemente sono li' a far numero perche' non hanno ricevuto incarichi rilevanti.
Gli Usa stanno puntando soprattutto su un ristretto numero di uomini che sembrano scelti apposta per far imbestialire il popolo iracheno.
Il personaggio attualmente piu' potente dell'Iraq, messo a capo del governo provvisorio (Iraq Congress) e' un personaggio straordinario.
Il suo nome e' Al Cialabi (i giornali italiani scrivono Gialabi), proviene da una famiglia di banchieri, negli anni '80 era uno dei responsabili del ministero dell'economia, fuggito dall'Iraq con 30 milioni di dollari (ha sostenuto che fosse la sua parcella), e' stato poi condannato in Giordania per bancarotta fraudolenta a 22 anni di carcere. Lui sostiene di essere stato condannato a causa di una persecuzione politica di giudici fondamentalisti (vi ricorda niente?).
Ora gli americani stanno facendo pressione sul governo giordano per ottenere la modifica della legge sui reati finanziari in modo tale che la condanna contro Al Cialabi sia annullata (ma tu guarda!).
Il Ministero della Giustizia giordano ha risposto che non accetta di modificare la legge e Al Cialabi ha dichiarato che sono tutti comunisti...pardon, fondamentalisti...
Il fratello di Al Cialabi (ha anche un fratello!) che e' suo socio (ma ci copiano proprio tutto!) e' sotto inchiesta in Inghilterra per truffa e bancarotta fraudolenta. A causa di questa incriminazione questo fratello ha dichiarato che non accettera' nessun incarico politico, solo impegni di tipo umanitario per la ricostruzione (cioe' appalti).
Al Cialabi e' rientrato in Iraq con un'auto sulla quale viaggiava anche il suo piu' caro amico che si chiama Al Zubaidi. Appena arrivato a Baghdad questi si e' autoproclamato sindaco della citta', con il consenso degli anglopolaccoamericani.
Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, uno dei periodi di repressione piu' feroce, con migliaia di morti, Al Zubaidi era il responsabile della polizia segreta che controllava l'universita' di Baghdad, era cioe' il dignitario incaricato di controfirmare le liste degli studenti che dovevano essere eliminati.
Diventa poi responsabile dei servizi segreti del Kuwait e entra in contatto con il partito Baath siriano, che gestisce da piu' di trentanni un regime dittatoriale e criminale (violazioni dei diritti umani, torture, massacri, bombardamenti a tappeto per stanare gli oppositori contro la citta' di Halab). Poi con l'appoggio dei criminali siriani tenta di organizzare una fazione all'interno del partito Baath iracheno e progetta un colpo di stato.
Saddam Hussein lo scopre e lui si dilegua senza metter piu' piede in Iraq.
C'e' poi Mashan al Giuburi (i giornali italiani scrivono Magian al Gjburi) che gli "alleati" hanno nominato sindaco di Mussul. Fino a dopo la prima guerra del Golfo, era un alto dignitario del Partito Baath iracheno molto fedele a Saddam Hussein. Era a capo di una fazione interna al partito che tenta di farsi spazio a gomitate ma viene sconfitta e per questo lui fugge all'estero.
Tra i 65 uomini di prestigio scelti dagli Usa per creare il nuovo Iraq, c'e' poi Al Samaray, che e' stato uno dei capi dei servizi segreti piu' feroci della storia dell'Iraq.
Era il responsabile degli squadroni della morte e questo spiega come mai gli Usa vadano a colpo sicuro nell'individuazione delle fosse comuni.
Nelle carceri irachene era considerato il boia piu' produttivo, una sua parola ed eri morto. Ha abbandonato a sua volta l'Iraq soltanto ne momento in cui la sua fazione e' uscita sconfitta dallo scontro per il controllo del Ministero degli Interni.
Praticamente e' come se alla fine della seconda guerra mondiale Goering (graziato) fosse stato incaricato di ricostruire la Germania.
Insomma, sono state scelte proprio le persone giuste, con un passato specchiato e l'autorita' morale per conquistare la fiducia di un popolo.
E, sicuramente, con simili uomini nei posti chiave del nuovo Iraq possiamo stare certi che gli appalti per la ricostruzione viaggeranno senza intoppi.
PS: Per almeno un anno la moneta ufficiale dell'Iraq sara' il dollaro americano.
Quiz
Secondo una dichiarazione del principe giordano Hassan chi nel 1992 e' andato a trovare Saddam Hussein per trattare appalti per conto di una nota multinazionale statunitense?
Rumsfeld attuale ministro della difesa Usa?
Si bravi indovinato!
Queste informazioni sono tratte dai siti della resistenza irachena. Si tratta di siti in lingua araba, i piu' documentati sono:
www.iraq4all.dk
www.nahrain.com
www.iraker.dk segnalato da una MenteLunatica alle 12:44 PM
Cosa ne pensi? Scrivi la tua...
Se guardiamo la guerra in Iraq nel suo complesso osserviamo che gli Usa hanno agito fulmineamente soprattutto per proteggere il petrolio e impedire a Saddam Hussein di incendiare i pozzi. Hanno lasciato indietro la conquista delle citta' del sud, limitandosi a bombardarle mentre schieravano i loro carri armati intorno ai giacimenti.
Entrando poi a Baghdad hanno lasciato che la citta' fosse saccheggiata da bande criminali, che gli ospedali fossero assaltati, che fossero incendiati i ministeri, che fossero depredati i musei, incendiata la piu' grande e antica biblioteca del Medio Oriente, dispersa la memoria storica di un popolo. Non si sono preoccupati di nulla. Hanno protetto un solo monumento: i palazzo del Ministero del Petrolio intorno al quale hanno schierato ben 56 carri armati...
L'Iraq e' ormai finito in coda ai telegiornali. Terminato il fuoco d'artificio mediatico delle bombe intelligenti si sta perdendo interesse per una situazione che (sembra) si stia rapidamente normalizzando.
Ben diversa il quadro descritto dai siti in lingua araba della resistenza irachena contro Saddam Hussein (persone che hanno conosciuto la galera e la tortura perche' lottavano per la democrazia).
L'Iraq sarebbe in una situazione spaventosa. Un caos di rapine, stupri, violenze di ogni genere, con una popolazione che vive nel terrore e alla quale manca tutto. Gli aiuti umanitari arrivano in quantita' risibile in confronto dell'enormita' delle esigenze piu' essenziali. Il fondamentalismo islamico, represso da Hussein nel sangue, si sta scatenando con manifestazioni di piazza sempre piu' imponenti.
L'Iraq rischia di diventare un rebus irrisolvibile... Se si votasse ora vincerebbero probabilmente i fondamentalisti... E come potrebbero gli Usa accettare un simile verdetto delle urne?
Quando i fondamentalisti vinsero le elezioni in Algeria, l'Occidente appoggio' un colpo di stato dei militari laici... E si ottenne cosi' l'inizio di un periodo di terrorismo portato avanti a suon di massacri di civili e contromassacri organizzati dall'esercito (sempre di civili).
Sostanzialmente gli Usa stanno portando avanti la loro guerra nel modo piu' provocatorio possibile.
Il non aver protetto la popolazione dai briganti non e' stata certo una mossa che ha guadagnato loro simpatie.
Ma non contenti di questo essi hanno creato un gruppo di 65 notabili iracheni a cui affidare la ricostruzione del paese. In mezzo ci sono anche persone oneste e di valore. Ma evidentemente sono li' a far numero perche' non hanno ricevuto incarichi rilevanti.
Gli Usa stanno puntando soprattutto su un ristretto numero di uomini che sembrano scelti apposta per far imbestialire il popolo iracheno.
Il personaggio attualmente piu' potente dell'Iraq, messo a capo del governo provvisorio (Iraq Congress) e' un personaggio straordinario.
Il suo nome e' Al Cialabi (i giornali italiani scrivono Gialabi), proviene da una famiglia di banchieri, negli anni '80 era uno dei responsabili del ministero dell'economia, fuggito dall'Iraq con 30 milioni di dollari (ha sostenuto che fosse la sua parcella), e' stato poi condannato in Giordania per bancarotta fraudolenta a 22 anni di carcere. Lui sostiene di essere stato condannato a causa di una persecuzione politica di giudici fondamentalisti (vi ricorda niente?).
Ora gli americani stanno facendo pressione sul governo giordano per ottenere la modifica della legge sui reati finanziari in modo tale che la condanna contro Al Cialabi sia annullata (ma tu guarda!).
Il Ministero della Giustizia giordano ha risposto che non accetta di modificare la legge e Al Cialabi ha dichiarato che sono tutti comunisti...pardon, fondamentalisti...
Il fratello di Al Cialabi (ha anche un fratello!) che e' suo socio (ma ci copiano proprio tutto!) e' sotto inchiesta in Inghilterra per truffa e bancarotta fraudolenta. A causa di questa incriminazione questo fratello ha dichiarato che non accettera' nessun incarico politico, solo impegni di tipo umanitario per la ricostruzione (cioe' appalti).
Al Cialabi e' rientrato in Iraq con un'auto sulla quale viaggiava anche il suo piu' caro amico che si chiama Al Zubaidi. Appena arrivato a Baghdad questi si e' autoproclamato sindaco della citta', con il consenso degli anglopolaccoamericani.
Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli anni ottanta, uno dei periodi di repressione piu' feroce, con migliaia di morti, Al Zubaidi era il responsabile della polizia segreta che controllava l'universita' di Baghdad, era cioe' il dignitario incaricato di controfirmare le liste degli studenti che dovevano essere eliminati.
Diventa poi responsabile dei servizi segreti del Kuwait e entra in contatto con il partito Baath siriano, che gestisce da piu' di trentanni un regime dittatoriale e criminale (violazioni dei diritti umani, torture, massacri, bombardamenti a tappeto per stanare gli oppositori contro la citta' di Halab). Poi con l'appoggio dei criminali siriani tenta di organizzare una fazione all'interno del partito Baath iracheno e progetta un colpo di stato.
Saddam Hussein lo scopre e lui si dilegua senza metter piu' piede in Iraq.
C'e' poi Mashan al Giuburi (i giornali italiani scrivono Magian al Gjburi) che gli "alleati" hanno nominato sindaco di Mussul. Fino a dopo la prima guerra del Golfo, era un alto dignitario del Partito Baath iracheno molto fedele a Saddam Hussein. Era a capo di una fazione interna al partito che tenta di farsi spazio a gomitate ma viene sconfitta e per questo lui fugge all'estero.
Tra i 65 uomini di prestigio scelti dagli Usa per creare il nuovo Iraq, c'e' poi Al Samaray, che e' stato uno dei capi dei servizi segreti piu' feroci della storia dell'Iraq.
Era il responsabile degli squadroni della morte e questo spiega come mai gli Usa vadano a colpo sicuro nell'individuazione delle fosse comuni.
Nelle carceri irachene era considerato il boia piu' produttivo, una sua parola ed eri morto. Ha abbandonato a sua volta l'Iraq soltanto ne momento in cui la sua fazione e' uscita sconfitta dallo scontro per il controllo del Ministero degli Interni.
Praticamente e' come se alla fine della seconda guerra mondiale Goering (graziato) fosse stato incaricato di ricostruire la Germania.
Insomma, sono state scelte proprio le persone giuste, con un passato specchiato e l'autorita' morale per conquistare la fiducia di un popolo.
E, sicuramente, con simili uomini nei posti chiave del nuovo Iraq possiamo stare certi che gli appalti per la ricostruzione viaggeranno senza intoppi.
PS: Per almeno un anno la moneta ufficiale dell'Iraq sara' il dollaro americano.
Quiz
Secondo una dichiarazione del principe giordano Hassan chi nel 1992 e' andato a trovare Saddam Hussein per trattare appalti per conto di una nota multinazionale statunitense?
Rumsfeld attuale ministro della difesa Usa?
Si bravi indovinato!
Queste informazioni sono tratte dai siti della resistenza irachena. Si tratta di siti in lingua araba, i piu' documentati sono:
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dimanche, avril 20, 2003
Da Emergency
Cari amici,
questa č una comunicazione un po' diversa dalle solite. Ultimamente
siete abituati a ricevere notizie aggiornate di ciň che facciamo e
considerazioni su ciň che vediamo. Quando ci rispondete con lettere o
mail di stima e di affetto le viviamo come conferma del fatto che
stiamo lavorando bene e ci ricarichiamo, mettendo da parte fatica e
ansie. Oggi, perň, mi decido a coinvolgervi anche su un altro piano.
Questa mattina Gino, da Bagdad, ci ha chiesto: "Quanto possiamo
investire in ulteriori aiuti a Bagdad e nel Sud dell'Iraq? E che cifra
abbiamo a disposizione per l'emergenza che si č creata nei nostri
ospedali nel Nord?". Gli ho risposto "Non ti preoccupare, hai altro da
fare, a questo pensiamo noi". Appunto, "noi". Posso chiedervi di darci
una mano a mantenere questi progetti?
Una sola volta abbiamo mandato ai nostri sostenitori una lettera
esplicita in questo senso (allora non avevamo internet). Era l'autunno
1995 e noi dovevamo mettere il tetto all'ospedale di Sulaimaniya prima
che arrivasse le neve, ma eravamo, come si dice a Milano "in braghe di
tela". Abbiamo chiesto ai nostri medici ed infermieri di portare
pazienza ("potete aspettare che lo stipendio vi arrivi tra 2 o 3
mesi?") e abbiamo mandato una lettera ai nostri sostenitori, che
allora erano pochi. Risultato: abbiamo messo il tetto all'ospedale di
Sulaimaniya e, dopo un po', rimesso in condizioni il nostro personale
di pagare il mutuo ecc. (Una seconda e ultima volta abbiamo provato un
circoscritto mailing per cominciare la costruzione dell'ospedale in
Sierra Leone. Risultato buono, dicono gli esperti in materia, ma ci
sembrava un modo freddo, diverso dal rapporto diretto che abbiamo di
solito con chi giŕ ci conosce, per cui non abbiamo ripetuto
l'esperienza. E risparmiato sui francobolli. Avrete notato, ad
esempio, che a Natale nella cassetta della posta non trovate mai la
lettera di richiesta fondi di Emergency.)
L'ampliamento dei progetti in questi giorni ci sta dando
preoccupazioni di carattere economico. Tra l'altro, ci č stato
segnalato l'equivoco di persone che credono di finanziare Emergency
attraverso versamenti su un conto corrente molto pubblicizzato nelle
ultime settimane, quello relativo all'iniziativa "Tavolo di
solidarietŕ con le popolazioni dell'Iraq" che raccoglie 30
organizzazioni ed č largamente sostenuto dalla stampa oltre che da un
partito. Emergency non fa parte di questo "tavolo" e i finanziamenti
destinati ai nostri progetti sono raccolti attraverso i nostri soliti
conti correnti.
Mi rendo conto, ora, di aver chiacchierato con voi piů a lungo di
quanto intendessi, ma la spiegazione sta nel rapporto diretto
(appunto) con voi e, forse, nell'imbarazzo per una richiesta che non
mi č abituale. Se direte "non posso aiutarvi, ma sono con voi,
continuate cosě", saremo comunque felici. Come si dice, "non di solo
pane vive l'uomo". Buona Pasqua e buona primavera.
Teresa Sarti Strada
-------------------
I nostri nuovi uffici sono in Via Orefici 2 - 20123 Milano
Il nuovo numero di telefono per informazioni č 02 881881
per donazioni:
- c/c postale 28426203
- c/c bancario n. 713558 CAB 01600 ABI 5387 Banca Popolare dell'Emilia Romagna agenzia
di Milano
- Sms 44410 (solo utenti Tim) per donazioni di 1 euro
- carta di credito on line dal sito www.emergency.it
--------------------
Medici di guerra inviati di pace: il sito
Tutte le notizie e le fotografie che riguardano le nostre missioni
sono pubblicate nella sezione "medici di guerra inviati di pace",
raggiungibile cliccando sull'icona in home page oppure a questo
indirizzo L'aggiornamento č molto frequente, spesso quotidiano, quindi
vi invitiamo a visitarci spesso. segnalato da una MenteLunatica alle 9:02 PM
Cosa ne pensi? Scrivi la tua...
"Su cio' di cui non si puo' parlare, non si deve tacere... ma si deve scrivere"