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jeudi, septembre 11, 2003

 
AMNESTY INTERNATIONAL: CILE, TRENT'ANNI DOPO NON POSSONO ESSERCI PIU'
SCUSE PER L'IMPUNITA'


"Quest'anno l'anniversario del colpo di Stato militare dovra' essere
marcato dal pieno impegno delle autorita' cilene per raggiungere verita',
giustizia e riconciliazione e per assumere tutte le misure necessarie al
fine di riconoscere e rispettare i diritti delle vittime delle violazioni
dei diritti umani e delle loro famiglie". E' quanto dichiarato da Amnesty
International alla vigilia del trentesimo anniversario del golpe diretto
da Augusto Pinochet, che diede vita a un regime militare che governo' il
Cile fino al 1990.

Tredici anni dopo il ritorno del governo civile, molte preoccupanti
questioni ? come l'impunita' per gli autori delle gravi violazioni dei
diritti umani commesse sotto il regime militare e la richiesta di piena
riparazione per le vittime e le loro famiglie ? rimangono irrisolte nella
lotta per affrontare la pesante eredita' di 27 anni di gravi abusi dei
diritti umani.

"Il colpo di Stato dell'11 settembre 1973 divise la societa' cilena e
inauguro' una catena di eventi brutali le cui ripercussioni si avvertono
ancora oggi, a 30 anni di distanza" ha affermato Amnesty International.
"Di fronte agli attuali richiami all'unita' nazionale, occorre ribadire
che un'effettiva riconciliazione non potra' essere raggiunta fino a quando
non saranno stabilite verita' e giustizia".

Le diffuse e sistematiche "sparizioni", esecuzioni extragiudiziali e
torture di cui si rese responsabile il regime militare cileno
costituiscono crimini contro l'umanita'. La sorte della maggior parte
degli "scomparsi" resta sconosciuta e la vasta maggioranza dei
responsabili di quelle violazioni dei diritti umani rimane impunita.

Le recenti proposte in tema di diritti umani avanzate dal governo cileno
rappresentano un passo positivo, ma Amnesty International continua a
intravedere diversi ostacoli sul cammino per ottenere quella giustizia,
quella verita' e quella riparazione per cui le vittime e le loro famiglie
stanno lottando da 30 anni. Il principale di questi ostacoli e' costituito
dal Decreto legge 2191 del 1978, conosciuto come Legge di amnistia, che
garantisce l'immunita' dai procedimenti giudiziari ai militari implicati
negli abusi dei diritti umani commessi all'indomani del colpo di Stato e
fino al marzo 1978.

"Questa legge, che ha ostacolato la verita' e la giustizia per 25 anni, e'
incompatibile con gli obblighi assunti dal Cile sulla base del diritto
internazionale. Deve essere invalidata e abolita" ha sottolineato
l'organizzazione per i diritti umani.

Un altro ostacolo e' rappresentato dall'ampia giurisdizione dei tribunali
militari, che va ridotta. Le autorita' cilene devono assumere i
provvedimenti opportuni per far si' che i casi di violazioni dei diritti
umani commesse dalla giunta militare siano esaminati da corti civili.

Inoltre, l'impunita' per i violatori dei diritti umani non deve essere
perpetuata attraverso amnistie, provvedimenti di grazia o ulteriori atti
che garantiscano l'immunita' dai procedimenti giudiziari ai militari che
sostengono di aver agito eseguendo ordini superiori. Amnesty International
ricorda che invocare il rispetto degli ordini superiori in caso di crimini
contro l'umanita' e' assolutamente proibito dal diritto internazionale.

Dopo 30 anni di campagne per i diritti umani in Cile, Amnesty
International rinnova la richiesta a nome di migliaia di vittime affinche'
le autorita' agiscano immediatamente per dare seguito ai propri recenti
propositi attraverso un programma di piene indagini e riparazioni.

Ulteriori informazioni
Un mese fa, il presidente Ricardo Lagos ha reso noto il programma del
governo per affrontare l'eredita' degli abusi dei diritti umani commessi
sotto il regime militare di Augusto Pinochet. Le proposte del governo
vengono finalmente incontro alla richiesta di migliaia di vittime della
tortura, che chiedono il riconoscimento ufficiale della sofferenza patita
e una riparazione per questa gravissima violazione dei diritti umani. Due
commissioni governative istituite all'inizio degli anni 1990 hanno
ufficialmente documentato 3197 casi di vittime di "sparizioni", esecuzioni
extragiudiziali e uccisioni a seguito di tortura sotto il regime militare.
Tuttavia, questi dati non comprendono le migliaia di vittime di tortura
sopravvissute a quell'incubo.

COMUNICATO STAMPA DI AMNESTY INTERNATIONAL
Roma, 10 settembre 2003

"Su cio' di cui non si puo' parlare, non si deve tacere... ma si deve scrivere"

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