resident Bush and Colin Powell have adroitly shown that Iraq is hiding weapons, that Saddam Hussein is a lying scoundrel and that Iraqi officials should be less chatty on the telephone.
But they did not demonstrate that the solution is to invade Iraq.
If you've seen kids torn apart by machine-gun fire, you know that war should be only a last resort. And we're not there yet. We still have a better option: containment.
That's why in the Pentagon, civilian leaders are gung-ho but many in uniform are leery. Former generals like Norman Schwarzkopf, Anthony Zinni and Wesley Clark have all expressed concern about the rush to war.
"Candidly, I have gotten somewhat nervous at some of the pronouncements Rumsfeld has made," General Schwarzkopf told The Washington Post, adding: "I think it is very important for us to wait and see what the inspectors come up with." (The White House has apparently launched a post-emptive strike on General Schwarzkopf, for he now refuses interviews.)
As for General Zinni, he said of the hawks: "I'm not sure which planet they live on, because it isn't the one that I travel." In an October speech to the Middle East Institute in Washington, he added: "[If] we intend to solve this through violent action, we're on the wrong course. First of all, I don't see that that's necessary. Second of all, I think that war and violence are a very last resort."
Hawks often compare Saddam to Hitler, suggesting that if we don't stand up to him today in Baghdad we'll face him tomorrow in the Mediterranean. The same was said of Egypt's Gamal Abdel Nasser, whom the West saw as the Hitler of the 1950's and 1960's. But as with Nasser the analogy is faulty: Saddam may be as nasty as Hitler, but he is unable to invade his neighbors. His army has degraded even since the days when Iran fought him to a standstill, and he won't be a threat to us tomorrow; more likely, he'll be dead.
A better analogy is Muammar el-Qaddafi of Libya, who used to be denounced as the Hitler of the 1980's. Saddam and Colonel Qaddafi are little changed since those days, but back then we reviled Mr. Qaddafi — while Don Rumsfeld was charming our man in Baghdad.
In the 1980's Libya was aggressively intervening abroad, trying to acquire weapons of mass destruction, losing air battles with American warplanes and dabbling in terrorism. Its terrorists bombed a Berlin nightclub patronized by American soldiers and blew up a Pan Am airliner over Scotland. Libya was never a military power on the scale of Iraq but was more involved in terror; indeed, one could have made as good a case for invading Libya in the 1980's as for invading Iraq today.
But President Ronald Reagan wisely chose to contain Libya, not invade it — and this worked. Does anybody think we would be better off today if we had invaded Libya and occupied it, spending the last two decades with our troops being shot at by Bedouins in the desert?
It's true, as President Bush suggested last night, that Saddam is trying to play games with us. But the inspectors proved in the 1990's that they are no dummies; they made headway and destroyed much more weaponry than the U.S. had hit during the gulf war.
Even if Saddam manages to hide existing weapons from inspectors, he won't be able to refine them. And he won't be able to develop nuclear weapons.
Nuclear programs are relatively easily detected, partly because they require large plants with vast electrical hookups. Inspections have real shortcomings, but they can keep Saddam from acquiring nuclear weapons.
Then there's the question of resources. Aside from lives, the war and reconstruction will cost $100 billion to $200 billion. That bill comes to $750 to $1,500 per American taxpayer, and there are real trade-offs in spending that money.
We could do more for our national security by spending the money on education, or by financing a major campaign to promote hybrid cars and hydrogen-powered vehicles, and taking other steps toward energy independence.
So while President Bush has eloquently made the case that we are justified in invading Iraq, are we wise to do so? Is this really the best way to spend thousands of lives and at least $100 billion?
Andrea Valente, il papŕ della PecoraNera ha proposto di mandare una mail di protesta alla Rai che pare stia pian piano boicottando la nota trasmissione per bambini "L'albero azzurro": ultimamente va in onda alle nove del mattino, quando i bambini sono giŕ a scuola o all'asilo.
Chi volesse accogliere l'invito, clicchi qui e mandi una mail segnalato da una MenteLunatica alle 1:44 AM
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Medio Oriente: Dieci morti in 24 ore nei Territori A.Sacchetti
Otto palestinesi e due israeliani hanno perso la vita in diversi scontri a fuoco avvenuti nei Territori nelle ultime 24.
Sul Monte Gerezim, vicino a Nablus, due palestinesi armati hanno tentato di penetrare in un avamposto militare. Una volta scoperti, hanno ingaggiato una lunga sparatoria con i soldati israeliani. Morti i due assalitori e due militari.
Altri due palestinesi (gli infermieri Abdul Karim Labed e Omar Hassan) sono stati invece uccisi da un razzo sparato la scorsa notte da un elicottero israeliano nei pressi dell'Ospedale Amal di Gaza. Fonti militari israeliane sostengono che il razzo era stato sparato "a fini di deterrenza".
Senegal: Muore una donna nel saccheggio di Sindian di Christian Benna
Ieri notte una sessantina di uomini armati hanno preso d'assalto alcuni negozi di Sindian, villaggio della regione meridionale del Casamance.
Durante il saccheggio gli assalitori, presumibilmente appertenenti ai ribelli del Mfdc, hanno derubato e incendiato tre negozi.
All'interno di uno di questi una donna di 60 anni non e' riuscita a fuggire le fiamme morendo carbonizzata.
Irlanda del Nord: Lealisti "dissidenti" fuggono in Scozia di Enrico Piciarelli
A sorpresa forse si č arrivati all'epilogo della sanguinosa faida lealista degli ultimi mesi. Ieri sera oltre 100 componenti dell'ala "dissidente" dell'UDA, facente capo a Johnny Adair, sono partiti per la Scozia abbandonando le loro abitazioni a Lower Shankill.
La fuga di massa sembra collegata al doppio omicidio di Gregg e Carson, il primo dei quali leader delle forze "regolari" dell'UDA.
La polizia nordirlandese ha effettuato parecchi rastrellamenti negli ultimi due giorni, ritenendo chiare le responsabilitŕ degli "squadroni
della morte" di Adair riguardo all'omicidio dei due uomini. Si ritiene che l'esodo sia un tentativo dei "dissidenti" lealisti di sfuggire alla
stessa sorte del loro capo, in carcere dal 10 gennaio, oltre che alle purtroppo attese ritorsioni dell'UDA.
Nigeria: Proseguono gli scontri inter-etnici a Warri: 20 morti di M. Losciale
Resta alta la tensione a Warri, cittŕ del Delta del Niger, nella Nigeria meridionale. Proseguono, infatti, gli scontri iniziati domenica
scorsa tra giovani appartenenti all'etnia Urhobo e quelli di etnia Itshekiri.
Tra le 12 e le 20 persone, tra cui due agenti di polizia, hanno perso la vita e molte case sono state date alle fiamme.
Giornali su Internet: Un'audience che cresce del 20 per cento l'anno. L'informazione, il business ed il fenomeno dei "blogger"
di Anna Masera
"Intanto, dopo l´11 settembre č nato un nuovo fenomeno mediatico su Internet con cui i giornali si contendono i lettori: quello dei «blog» (crasi di «web log»), siti amatoriali nei quali persone di ogni estrazione ed esperienza pubblicano quotidianamente quello che vedono, sentono dire, immaginano, o semplicemente pensano. Secondo la definizione del Wall Street Journal «riflettono il meglio di Internet: un medium informale per idee informate, anarchico, commercialmente ingenuo e affascinante». E´ il momento del giornalismo «personale». «Questa straordinaria diffusione dei "mezzi di produzione" dell´informazione č un effetto indubitabile che la rivoluzione digitale ha avuto sulla societŕ, i cui effetti non si sono ancora potuti apprezzare pienamente» scrive Riccardo Staglianň nel suo libro Giornalismo 2.0 (editore Carocci). La varietŕ qualitativa dei giornali-blog diaristi della Rete č enorme, la loro affidabilitŕ molto diversa da caso a caso. Ma il fenomeno fa notizia. Famoso un incidente apparentemente minore tra studenti pro e contro la causa dei palestinesi all'universitŕ di San Francisco: non ne parlň nessun giornale, salvo una «breve» sul San Francisco Chronicle. Ma i blogger la presero tanto a cuore da farla diventare una questione nazionale e alla fine divenne, appunto, una storia per New York Times, Los Angeles Times, Washington Post, Msnbc. I blogger sono tanti: solo in America 970 mila, secondo una stima recente, contro i 343 mila di un anno fa. Anche in Italia il fenomeno č dilagante (per una panoramica dei blog italiani si puň partire da www.blog-it.net), e ci sono anche tanti siti personali di giornalisti: da Dagospia (www.dagospia.com) di Roberto D´Agostino a Wittgenstein (www.wittgenstein.it) di Luca Sofri a Giornalismi.splinder.it di Giovanni Cocconi a Quinto Stato (www.quintostato.it) di Carlo Formenti. Secondo John Pavlik, direttore dei New Media alla Scuola di Giornalismo della Columbia University di New York, «poiché i new media possono essere interattivi, su richiesta, personalizzabili; poiché possono incorporare nuove combinazioni di testi, immagini fisse e in movimento; poiché possono creare nuove comunitŕ basate sugli interessi e le preoccupazioni comuni dei lettori e poiché dispongono di uno spazio quasi illimitato per offrire livelli di approfondimento, materiali d´archivio e un contesto inimmaginabili in qualsiasi altro medium, essi possono davvero trasformare il giornalismo». Rispetto ai mezzi tradizionali che si rincorrono nel catturare il minimo comune denominatore di un pubblico indifferenziato, il medium elettronico ha il vantaggio di potersi rivolgere a nicchie ben individuate"
Dear Secretary Powell...
Yet what message is sent to the world when the President of the United States condemns torture by Iraq, while unnamed officials of his administration defend, and even gloat about, the use of torture against detainees held, or once held, by the United States? L'intera lettera
Prima che il Segretario di Stato degli Stati Uniti Colin Powell presenti le prove sui programmi armamentari in Irak e sui collegamenti terroristici alle Nazioni Unite, l'amministrazione di Bush dovrebbe rispondere sul fatto che le prove sono state ottenute da detenuti attraverso la tortura.
Recenti rapporti documentano che le prove che Powell intende presentare sono state fornite da interrogazioni a detenuti negli Stati Uniti e dai suoi alleati nella guerra al terrorismo. Un articolo del 26 dicembre sul Washington Post riportava le testimonianze di ufficiali anonimi dell'amministrazione Bush che denunciavana che i sospetti facenti parte di al-Qaida erano stati torturati o maltratati nelle prigioni statunitensi in Afghanistan e che altri erano stati portati in regioni dove gli Stati Uniti sapevano che avrebbero potuto torturarli a piacimento. Sin dalla pubblicazione di quesll'articolo, nessun ufficiale statunitense ha smentito queste asserzioni o annunciato nuove misure.
Nella lettera al Segretario di Stato Powell, si chiede di dichiarare che ogni uso degli ufficiali statunitensi di pratiche di tortura sarŕ perseguito e che gli Stati Uniti non hanno interesse per prove ottenute sotto tortura o con altre tecniche condannate a livello internazionale e che Washington non porterŕ i detenuti in regioni dove loro possono ricevere tali trattamenti.
"Nel suo discorso, il Presidente Bush ha detto che il governo d'Iraq č "evil" perchč usa la tortura, ma la tortura č "evil" a prescindere da chi la usa".
La maggior parte del mondo, inoltre, ora sa che gli USA stanno torturando o maltrattando ripetutamente i detenuti ed usando questo metodo condannato ovunque come illegale ed immorale per ottenere informazioni e la presentazione delle prove al Consiglio di Sicurezza non ispirerŕ perciň fiducia. segnalato da una MenteLunatica alle 2:49 PM
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Colombia: Le FARC uccidono otto amministratori di Bertulu
Almeno otto leader della comunitŕ locale del villaggio di Piamonte, nel dipartimento di Cauca, sono stati assassinati nei giorni scorsi; le notizie trapelate sono tuttavia ancora frammentarie.
Cecenia: Altre 30 vittime. Proteste per il referendum di Bertulu
Proseguono senza sosta le violenze in Cecenia, particolarmente nelle montagne a sud e nella capitale, dove le truppe federali e i guerriglieri continuano a combattersi con costante ferocia; solo nell'ultimo fine settimana infatti si contano non meno di 30 vittime.
Sudan: Riprendono i colloqui di pace di D. Bertulu
Dopo una pausa di protesta intrapresa dalla delegazione dei ribelli dell'SPLA e dal suo braccio politico SPLM, in seguito all'offensiva del governo nel territorio meridionale di Ler, sono finalmente riprese le trattative di pace in Kenya.
Algeria: Uccisi otto civili e nove integralisti di Daniele Bertulu
Un ennesimo massacro di civili č stato compiuto nelle regioni
settentrionali del Paese nordafricano: i cadaveri di sette persone (quattro
bambini e tre ragazze) sono stati rinvenuti a Sidi Bel Abbčs, all'interno
di un'abitazione del quartiere periferico di Sorecor.
Costa d'Avorio: Abidjan sull'orlo di una guerra civile di C. Benna
Disordini, proteste e 12 morti: č il bilancio di una settimana di "pace" ad Abidjan. Gli accordi del 24 gennaio, promossi e coordinati
dall'Eliseo per porre fine a 4 mesi di crisi politico-militare in Costa d'Avorio, hanno scatenato la reazione dei sostenitori di Gbagbo, che da una settimana infiammano a migliaia le strade della capitale, compatti e spesso violenti si schierano contro l'ipotesi di un governo di riconciliazione nazionale.
Dopo i violenti scontri dei giorni scorsi, altre 25 persone, in prevalenza soldati dell'esercito russo, hanno perso la vita in Cecenia negli
ultimi combattimenti: le nuove violenze lasciano intravedere che molto difficilmente la situazione si normalizzerŕ fino al prossimo referendum costituzionale previsto per marzo.
Molte perdite questa settimana in Afghanistan. Sebbene poche siano le notizie che ci arrivano da questo martoriato paese ed i riflettori della guerra si stiano spegnendo per accendersi sullo scenario della guerra prossima ventura in Iraq, l'Afghanistan č un paese ben lontano dalla pacificazione che paga ogni giorno il suo tributo di sangue.
Almeno 180 persone hanno perso la vita in seguito alle violenze ed i massacri scatenatisi dopo il sanguinoso attentato di Batna: il mese appena trascorso č stato infatti uno dei piů terribili dal 1992, anno d'inizio della guerra civile che ha provocato, secondo stime indipendenti, oltre 150.000 vittime (gran parte delle quali civili) nel Paese nordafricano.
Il governo Nepalese, grazie (forse) ai negoziati segreti del re, ha stipulato in questi giorni un "cessate il fuoco" con la guerriglia
maoista.
Abbiamo chiesto a Navyo Eller, italiano residente in Nepal, notizie di prima mano riguardo a questo accordo stipulato tra le fue fazioni in guerra perenne dal 1996.
CAMP Silvio, deserto iracheno, 2 marzo. Cara mamma, siamo in zona operativa. Ci hanno detto di non usare mai la parola guerra, locuzione antiquata e drammatizzante, ma piuttosto termini come intervento preventivo, motivi tecnici, obliterazione degli obiettivi. Anche noi soldati dobbiamo esprimere i nostri sentimenti in modo acconcio. Ad esempio non si dice "cagarsi addosso dalla paura" ma "elaborare lo stress in modo autoreferenziale". Quindi sono il tuo Cosimo, e mi sto autoreferenziando perché ho paura che mi obliterino. Siamo in una tendopoli vicino agli americani, e si č creato un clima di sano cameratismo. Loro non ci chiamano piů Macaroni, ma Chocolate boys, per l'abitudine del nostro premier di spalmarsi la pelata di Nutella quando va in televisione. Noi non li chiamiamo Gringos ma Findus, perché il presidente Bush si č fatto fare il lifting in crioterapia e per non fare squagliare tutto, se ci guardate bene, porta sempre al collo un filetto di salmone surgelato travestito da cravatta rosa.
Ieri č venuto il generale americano Mason e ci ha mostrato le prove delle armi segrete chimiche irachene. Una foto completamente nera, a riprova di quanto sono segrete. Poi ci ha spiegato che i missili iracheni hanno una gittata troppo lunga, mentre come č noto i missili di tutto il mondo hanno gittata comunale o tutt'al piů provinciale. Ci ha fatto vedere addirittura un missile iracheno con la marmitta truccata.
Poi ha detto che c'č nel mondo un paese governato da un tiranno padrone di tutto e mentitore, che non vuole essere indagato né giudicato, č iscritto a un'organizzazione segreta di incappucciati che ha perseguito piani eversivi, consegna alle televisioni videocassette piene di minacce e per finire ha fabbriche d'armi ovunque, anzi le esporta in tutto il mondo, perciň l'Usa lo attaccherŕ. Gli abbiamo puntato contro i fucili e non li abbiamo abbassati finché non ci ha giurato che non parlava dell'Italia.
4 marzo Oggi dovevamo avere due gradite visite. Il presidente Berlusconi e Sharon Stone. Ma non sono potuti venire. Invece di Berlusconi č venuto il ministro Martino e invece della Stone Maria De Filippi. Martino era bellissimo, con un cappello texano tricolore e gli sci da fondo. Credeva che l'Iraq fosse come l'Afghanistan. Ha ribadito che l'Italia non č in guerra, ma siamo qui solo per supportare in joint venture logistica l'intervento americano. Comunque ha detto di vigilare poiché il pericolo di un attentato č altissimo, si stanno saldando insieme il terrorismo islamico i pacifisti le brigate rosse i Nas i disobbedienti, gli arbitri, i vescovi e la cassazione.
Se colpiranno subito sarŕ grave ma se non colpiranno sarŕ anche peggio perché allora gli attentati li farŕ la Cia e quella va giů pesante. Infine il nostro colonnello ha gridato: volete camminare nel deserto per cinquanta chilometri o vedere Maria De Filippi che balla? Aveva appena finito di dirlo che eravamo tutti e trecento schierati in assetto di marcia. Il colonnello non sapeva se essere contento o meno. Dormiamo in simpatiche camerette col letto a Castelli. No, hai letto bene mamma, non a castello, a Castelli, i padani occupano la branda sotto, i meridionali dormono per terra. Il lettino sopra č occupato da un cartello: la branda va rifatta in nome del popolo.
7 marzo Stamattina abbiamo eseguito un'esercitazione anti guerra chimica. Abbiamo fatto colazione con cappuccino liofilizzato e hamburger surgelati americani. Il cinquanta per cento non ce l'ha fatta ed č a letto che autoreferenzia. E' venuto a trovarci Tony Blair. Che stile, che eleganza! Sembrava Little Tony passato per Oxford. Con lui c'era Gasparri. Che stile, che vivacitŕ! Ha bofonchiato qualcosa per un minuto e poi č rimasto bloccato nella sua solita espressione: a bocca aperta e col labbro pendulo. Un po' alla volta gli si stava riempiendo la bocca di sabbia e allora gli abbiamo messo una maschera antigas. Pensandoci bene, non ha cambiato faccia per niente.
Siamo eccitati perché ci hanno detto che in settimana dovrebbe finalmente arrivare Sharon Stone, se no Valeria Marini, se no la Moratti. E poi una buona notizia: a quelli del Grande Fratello li avvertiranno se scoppia la guerra, mentre a noi non diranno cosa succede nella casa del Grande Fratello: una bella rottura di marroni risparmiata.
8 marzo Ci siamo scambiati le mimose. Da alcuni indizi l'attacco sembra imminente. Il colonnello Mason continua a portarci prove delle armi segrete di Saddam, ad esempio ci ha fatto vedere che i cannoni iracheni hanno la canna vuota, cosa ci nascondono dentro? Nel pomeriggio abbiamo visto anche gli ispettori Onu. Hanno tutti un berretto da Sherlock Holmes, la pipa e un metal detector. Gli americani gli hanno detto di scavare tutto in tondo nella sabbia, perché sotto poteva esserci un bunker segreto. Solo alla fine hanno detto che era uno scherzo, volevano solo che qualcuno gli costruisse una bella pista per le biglie, e si son messi a giocare con grande risate. Ho capito che gli americani sono dei gran burloni e che la vita dell'ispettore Onu deve essere durissima.
Alla sera, abbiamo visto il film "Il ponte sul fiume Lambro", una versione padana del Ponte sul fiume Kwai con gli albanesi al posto dei giapponesi e Lunardi che fa il colonnello costruttore al posto di David Niven. Il film dura sei minuti, poi naturalmente il ponte crolla. Dopo il rancio il colonnello, democraticamente ci ha prestato il telefonino satellitare e ha detto: adesso ognuno mandi un essemesse alla sua ragazza. Il soldato Micillo, detto Miccichč per la sua intelligenza ha detto: potrei usare altre tre lettere invece di esse emme esse? Il colonnello ha detto che consulterŕ il regolamento.
12 marzo Stamattina č venuto a trovarci D'Alema. Per mostrare che era per la guerra ma non troppo indossava una giacca da paracadutista, bermuda a fiori, e un preservativo sulla baionetta. Ha detto che dobbiamo essere tecnicamente pronti all'azione pacificatrice e ha cominciato a tracciare strani segni sulla lavagna. Per me erano i piani per un attacco a terra, per un mio amico era lo schema della nazionale di Trapattoni. Poi si č scoperto che era la linea politica dei Diesse sulla guerra.
Con lui c'era Vissani che ha preparato un rancio speciale. Tortino di sabbia al tartufo e poisson en boite avec julienne de haricots, ovverossia tonno in scatola e fagioli. Tutta la nuit abbiamo scoreggiato en pleine air chiedendoci pardon. La mattina D'Alema č risalito sulla sua barca (ci aveva messo sotto le rotelle) e ha detto che lui non dice bugie come Silvio Nutella: entro due giorni farŕ venire la Ferilli se no la Parietti se no Pecoraro Scanio.
Nel pomeriggio abbiamo fatto l'esercitazione insieme agli americani. Loro sparavano e noi andavamo a controllare se avevano colpito il bersaglio. Quando eravamo vicino al bersaglio loro continuavano a sparare e gli inglesi venivano a controllare se ci avevano colpito, e cosě via. Era un tourbillon molto vivace. La notte perň ho dormito male.
14 marzo Finalmente č arrivato il presidente Berlusconi in elicottero. Era incazzato perché per tutto il viaggio č stato seguito da un branco di fenicotteri che lo fischiava. E' sceso con un agile balzo e per trovarlo nella duna hanno dovuto usare i cani da valanga. Silvio era in tuta mimetica, e sulla faccia aveva un fard speciale mimetico a chiazze studiato dal Pentagono e dalla Revlon. Purtroppo si era messo in testa troppa Nutella e i cammelli sono impazziti e hanno cominciato a leccarlo.
E' salito sul palco e ha detto che lui non č solo il presidente operaio il presidente picciotto, il presidente terremotato, ma anche il presidente soldato. Ha detto che non ha fatto il militare perché le caserme sono un covo di bolscevichi, ma che sa usare un'arma. Ha fatto mettere dieci bottiglie una vicina all'altra a cento metri e ha imbracciato il fucile. Tutte le volte che sparava le bottiglia rimanevano intere e non succedeva niente. Ci hanno spiegato che sparava tra una bottiglia e l'altra, capito che mira? Alla sera abbiamo fatto Ustica two, un'esercitazione radar insieme agli americani. Loro simulavano di attaccare con degli aerei e noi simulavamo di rubare i tracciati. Devo dire che li abbiamo surclassati.
23 marzo E' stata una serata indimenticabile. E' arrivato Colin Powell, un negrone che sembra il commercialista di Tyson e ci ha mostrato nuove prove delle armi irachene. Una ricevuta fiscale della ditta tedesco-americana che ha venduto a Saddam il gas con cui ha sterminato i curdi. Le foto dei missili che gli hanno venduto i nostri alleati russi, e i sistemi di puntamento italiani e francesi. Poi ci ha insegnato a torturare i prigionieri senza lasciare segni e ha cantato "Caravan petrol". Che simpatico!
Quando se ne č andato ci siamo torturati per un po' ma ci stavamo annoiando. Per fortuna, a mezzanotte ci hanno detto che avevano montato il palco per lo show. Dovevano esserci le veline ballerine, invece c'erano due velone ballerone con uno spinnaker per slip. Poi Schifani e Vito che volevano fare i fratelli De Rege, ma la scenetta non č mai iniziata, indovinate perché. Alla fine, c'era il balletto di Maria De Filippi e Pecoraro Scanio, ma fortunatamente si č alzata una tempesta di sabbia. Dio č con noi.
25 marzo Siamo andati a letto agitati, perché siamo in job alert, mi sa che domattina attacchiamo. La prova certa č questa: si sente un gran puzza di salmone rancido, quindi Bush e la sua cravatta rosa sono arrivati. Inoltre in Iraq ci sono settecentomila soldati e rimpatriarli tutti costerebbe troppo. Ci hanno distribuito l'equipaggiamento antichimico, una maschera antigas e una cartina di Milano. Il colonnello Mason ci ha detto che i primi a andare all'attacco, per motivi tecnici, saremo noi italiani, ma di non preoccuparci perché ci coprono loro con gli aerei, basta seguire l'ombra.
Guardo le stelle irachene, cosě simili alle nostre, e penso: ma insomma, con la new economy e le promesse del nano nutellato, e la tecnologia, e l'impero del Bene come mai tutto quello che si annuncia nel nostro futuro č una guerra dopo l'altra? Possono due petrolieri megalomani spaccare in due il mondo solo perché nessuno li lascia soli nella loro paranoia? Ma poi mi sono consolato: mamma: pensa a quelle guerre scomode, nelle trincee col fango, le scarpe sfondate e invece siamo qui con gli alleati Usa cento volte piů forti dei nemici, un bell'equipaggiamento e mezzi modernissimi, pagati dai cittadini. Morire in una guerra cosě č da disfattisti, anzi, come dicono gli americani, č proprio out. Vero, mamma?
28 marzo Cara signora madre di Cosimo.
Questa non č una lettera preconfezionata, ma personale per lei. Sono lieto di informarla che suo figlio Cosimo č tecnicamente morto nella prima operazione di prevenzione, obliterato da fuoco amico. La cordiale ferita gli ha causato un'amichevole emorragia che lo ha cameratescamente dissanguato accompagnandolo a braccetto nel paradiso degli eroi. Ma non sia triste. Per consolarla di questo spiacevole inconveniente ho almeno tre belle notizie.
Essendo suo figlio Cosimo il primo caduto italiano in zona, ha vinto il premio del Presidente del Consiglio consistente in una licenza premio di due settimane da trascorrere in una delle sue ville in Sardegna. In quanto a lei, mamma di Cosimo, sarŕ ospite d'onore a ben tre talk show in una settimana. La prego di comprarsi i vestiti adatti. Sappiamo inoltre che suo figlio Cosimo era di sinistra. E inoltre meridionale e licenziato da poco. Si immagina che vita avrebbe fatto nel nostro paese? Meglio cosě.
Con simpatia, il presidente del consiglio, generale Sylvio Nutella Berlusconi.
PS. Non si sogni di protestare. Solo il popolo mi puň giudicare, e lei č una sola. segnalato da una MenteLunatica alle 2:58 AM
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"Su cio' di cui non si puo' parlare, non si deve tacere... ma si deve scrivere"